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Pectinus muscle

Dolore inguinale correlato agli adduttori

Dott. Ralf Doyscher, Hendrik Schreiber

Il dolore inguinale cronico (pubalgia) lamentato dai calciatori professionisti va senz’altro considerato una delle diagnosi più allarmanti poiché implica interruzioni significative dell’attività sportiva e può persino segnare la fine di una carriera. In generale, l’eziologia della patologia inguinale è varia e riconducibile, non di rado, a numerose cause. Pertanto deve essere sempre diagnosticata e trattata con grande attenzione, sia per quanto attiene le funzioni che le strutture tissutali. Nella maggior parte dei casi il dolore inguinale correlato agli adduttori costituisce un problema multifattoriale, dalla diagnosi complessa, seguita da una lunga terapia.  

Principale protagonista: il muscolo pettineo 

Il muscolo pettineo è coinvolto nella stragrande maggioranza dei movimenti specifici del football. La sua funzione primaria è quella di flettere l’anca, ma partecipa anche all’adduzione e alla rotazione interna della coscia. Contribuisce inoltre, in modo importante, all’equilibrio del bacino, rispetto alla gamba interessata. Considerata la sede anatomica del pettineo e il carico del peso del corpo a cui questo muscolo  è quotidianamente sottoposto, se ne comprende l’importanza fondamentale nello sviluppo dei disturbi muscoloscheletrici inguinali e quindi il ruolo cruciale in quanto principale bersaglio terapeutico.

Trattamento dei disturbi della regione inguinale: preferire le onde agli aghi  

Sollievo da dolore, sensibilizzazione e risentimento muscolare sono generalmente i bersagli di elezione del trattamento. Uno dei possibili approcci terapeutici, sia efficace che ad azione rapida, è la terapia locale dei punti trigger nota come dry needling. Questa terapia richiede però l’utilizzo di speciali aghi per agopuntura e ciò la rende una procedura mini-invasiva. Inoltre in molti Paesi è prevista un’apposita certificazione o formazione, per poter praticare il dry needling.  

La terapia con onde d’urto radiali extracorporee (rESWT) costituisce invece un’alternativa non invasiva che può ugualmente portare ad un pieno recupero. È consigliabile intervenire con le onde d’urto extracorporee  su tutti i muscoli coinvolti (non solo sui punti di inserzione), a differenza della terapia dei punti trigger che prevede invece di esercitare pressione su punti sensibili all’interno del muscolo (punto trigger) per produrre il rilassamento del muscolo stesso e dei tessuti interessati. Per saperne di più sulla terapia dei punti trigger miofasciali: https://www.ems-dolorclast.com/indications/myofascial-trigger-points 

Un esempio di protocollo, derivato dal trattamento del muscolo di un calciatore professionista della Bundesliga con rESWT, prevede sessioni ogni 2-3 giorni con onde d’urto radiali a intensità media (EMS Swiss DolorClast®️, 1.5–2.0 bar, 2500-4000 impulsi). L’esperienza pratica ha dimostrato che una terapia limitata solo alle inserzioni dolenti degli adduttori sui rami pubici non è efficace.  

Per il trattamento delle pubalgie indotte dai muscoli adduttori, entrambe le procedure costituiscono l’elemento centrale della terapia che garantisce nel breve termine il recupero migliore. Ciò consente inoltre il trattamento mirato dei punti trigger miofasciali profondi, del muscolo pettineo e degli adduttori circostanti, una volta localizzati con ecografia e palpazione, ottenendo così dopo solo qualche sessione un’efficace riduzione della tensione muscolare a medio termine. In tal modo, l’irritazione a carico del complesso sinfisi-periostio può essere alleviata in una fase precoce della terapia per iniziare tempestivamente la stabilizzazione funzionale del tronco e del bacino. Rispetto al dry needling in cui l’area bersaglio è individuata con la localizzazione e la penetrazione in profondità, nel caso delle onde d’urto la profondità di penetrazione può essere regolata variando l’energia e il diametro dell’applicatore (onde d’urto radiali) oppure utilizzando un idoneo direzionamento (onde d’urto focalizzate). È necessario rispettare tali condizioni per raggiungere sistematicamente e in sicurezza strati muscolari profondi in prossimità del bacino, quali il muscolo pettineo.    

Anche la combinazione di onde d’urto radiali e focalizzate si è dimostrata del tutto valida, poiché consente di combinare l’altissima efficacia in ampiezza dell’onda d’urto radiale con la concentrazione e la grande profondità di penetrazione dell’onda d’urto focalizzata. L’applicazione può avvenire con una sequenza temporale diretta, ad es. con il fisioterapista assistito da un medico, in sede o presente per consulto, ma anche in un secondo momento. 

Per concludere, tecniche eseguite tempestivamente e volte a ridurre localmente la tensione muscolare, quali dry needling e onde d’urto, in combinazione con un programma mirato di allenamento attivo (esercizi con estensione quasi piena dei muscoli addominali) sono annoverabili fra i molti metodi terapeutici disponibili per il trattamento delle pubalgie, frequenti e ricorrenti nei giocatori di football.   

Risultati terapeutici ancora migliori con metodi clinicamente dimostrati: Guided DolorClast®️ Therapy, la soluzione olistica per la terapia del dolore muscoloscheletrico! 

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